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Alda Merini - Milano (Mi)



Alda Merini nasce a Milano il 21 marzo 1921 da una famiglia borghese di modeste condizioni. Nei primi anni di scuola emerge il suo talento letterario anche grazie a suo padre che favorisce in ogni modo l’interesse della figlia per la scrittura e la lettura. Alla fine della guerra cerca di essere ammessa al Liceo Manzoni, ma viene respinta in quanto il suo punteggio al test d’ingresso risulta insufficiente soprattutto a causa, ironia della sorte, delle materie letterarie e del componimento. Nonostante ciò Alda continua a dedicarsi alla scrittura di poesie e allo studio del pianoforte che sarà costretta ad abbandonare a causa delle condizioni economiche della famiglia provocate dal conflitto.
Esordisce come autrice all’età di quindici anni e nel 1950 nella Antologia della poesia italiana 1909-1949 compaiono le sue poesie Il gobbo e Luce.

Nel 1947 incontra quelle che definirà le “prime ombre della sua mente”: viene internata per un mese all’ospedale psichiatrico di Villa Turno.

Nel 1951, su suggerimento di Eugenio Montale, l’editore Scheiwiller stampa due poesie inedite di Alda in Poetesse del Novecento. In questo periodo frequenta Salvatore Quasimodo per interesse di lavoro ma anche per amicizia. Due anni dopo sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano e vengono pubblicati i suoi primi libri di poesie La presenza di Orfeo, Nozze Romane e Paura di Dio.
Nel 1955 nasce la primogenita Emanuela. Per la poetessa inizia un triste periodo di silenzio e di isolamento: viene internata al “Paolo Pini” fino al 1972, periodo durante il quale, tuttavia, torna spesso in famiglia, per cui nascono le altre tre Barbara, Flavia e Simonetta.
Dopo alternati periodi di salute e malattia, che durano fino al 1979, la Merini torna a scrivere. Sono testi intensi e drammatici che raccontano le sue sconvolgenti esperienze in manicomio, raccolti in La Terra Santa, pubblicato da Vanni Scheiwiller nel 1984.
Nel 1981 muore il marito. Rimasta sola inizia a comunicare telefonicamente con il poeta Michele Pierri che, in quel difficile periodo del ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato numerosi apprezzamenti per i suoi lavori. I due si sposano nel 1983: Alda si trasferisce a Taranto dove rimarrà tre anni. Qui scrive numerose poesie oltre ad alcuni testi per il marito, portando a termine anche L’altra verità. Diario di una diversa, suo primo libro in prosa.
Dopo aver sperimentato anche a Taranto gli orrori del manicomio, torna a Milano nel 1986. Dal punto di vista letterario è un periodo molto fecondo con diverse pubblicazioni che consolideranno il suo ritorno sulla scena letteraria.

La consacrazione di Alda Merini avviene nel 1993 quando a riceve l’autorevole Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale e tre anni dopo il Premio Viareggio per il volume La vita facile; l’anno seguente il Premio Procida-Elsa Morante.
Nel febbraio del 2004 Alda Merini viene ricoverata all’Ospedale San Paolo di Milano per problemi di salute. Ritornerà successivamente nella sua casa di Porta Ticinese, ai Navigli.
Il suo ultimo lavoro, La nera novella, è datato 2006 con il quale si avvicina al genere noir.

Si spegne a Milano il 1° novembre 2009 nel reparto di oncologia dell’ospedale San Paolo a causa di un tumore osseo. Fumava ancora le sue amatissime ed inseparabili sigarette, una dietro l’altra fino all’ultimo, incurante dei divieti.




Io la vita l’ho goduta tutta, a dispetto di quello che vanno dicendo sul manicomio.
Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno…
per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara.


Alda

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