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Constantin Barbu - Bucarest, Romania (RO)



Laureato alla Facoltà di Filologia, Università di Craiova.
Docente presso l’Università Ovidius, attualmente è vice Direttore dell’Istituto di Storia e Studi Cantemiriani, Università Cristiana Dimitrie Cantemir di Bucarest.
È Presidente dell’Accademia Europea Dimitrie Cantemir, dottore Honoris Causa dell’Università di Kiev, membro onorario dell’Accademia degli Scienziati della Moldavia, dell’Académie Européenne Des Sciences, Des Arts Et Lettres (Parigi) e dell’Accademia di cultura e poesia di Ulan Bator.

È Presidente dell’Accademia Europea Dimitrie Cantemir, dottore Honoris Causa dell’Università di Kiev, membro onorario dell’Accademia degli Scienziati della Moldavia, dell’Académie Européenne Des Sciences, Des Arts Et Lettres (Parigi) e dell’Accademia di cultura e poesia di Ulan Bator.
Nel 1975 pubblica il suo primo articolo sulla rivista romena Ramuri. L’anno successivo, sulla rivista dell’Università di Craiova, pubblica il saggio Luceafărul e Bhagavad-Gita che attira l’attenzione di Constantin Noica, il più grande filosofo romeno che di lui scrive: Constantin Barbu, eccezionalmente dotato per opere di erudizione e di storia letteraria.
André Glüksmann lo segnala a importanti istituzioni governative francesi definendolo “il filosofo più importante dell’Europa orientale”.

Nel 1985 pubblica il suo primo libro, La pronunzia essenziale. Saggio sul ricordo dell’Essere (c.e. Scrisul Românesc), un libro di metafisica molto apprezzato dal filosofo e saggista Edgar Papu e da Dumitru Stăniloae, il più importante filosofo ortodosso del XX secolo.
Nel 1989 pubblica Una Grammatica dell’Essere, quale è, appunto, Hestia. Tentativo di svelare l’immagine del mondo, estratti da Il grande Attraversamento del Vuoto (opera composta da oltre cento libri).
Nel 1990 pubblica il libro Eminescu e il romanticismo europeo (c.e. Bulzoni, Roma) e nel 1991 Eminescu. Poesia e nichilismo (c.e. Pontica).
Ha curato I Manoscritti di Mihai Eminescu (il più noto poeta rumeno, filologo, scrittore e giornalista), Corpus eminescianum e l’Opera traslitterata, progetto dal quale sono già stati pubblicati 25 volumi. Per la ricostruzione della Biblioteca intestata a Eminescu, ha pubblicato 235 volumi su 1250.

Ha pubblicato oltre 40 libri di poesie, tra cui: Illusione reale, Le elegie dell’Assenza, Versioni del vuoto, Lingua distrutta, Libro sulla solitudine, follia e morte, Le illuminazioni oscure (10 volumi, ciascuno di 100 poesie), Autotrascrizioni (10 volumi, ciascuno di 100 poesie), Rovina nel vuoto (10 volumi, ciascuno di 100 poesie), Bibbione (100 volumi, ciascuno di 33 poesie), L’autoversione del verso nel vuoto (10 volumi, ciascuno di 100 poesie), Esperienze mentali (10 volumi, ciascuno di 100 poesie), Il libro (10 volumi), Nichilezza con nimba (10 volumi, ciascuno di 50 poesie), Scheletri nel vuoto, (10 volumi, ciascuno di 80 poesie), Meningea con (10 volumi, ciascuno di 45 poesie), I poemi di Angela (10 volu-mi, ciascuno di 100 poesie).

Ha pubblicato oltre 35 libri di saggi e libri inediti di Cioran, Noica, Eliade. Alcune sue opere sono state tradotte in italiano, francese, svedese.
Ha tenuto conferenze presso il Parlamento Europeo e l’Accademia Tedesca. I suoi libri si trovano in prestigiose biblioteche di tutto il mondo: Biblioteca Nazionale di Francia (Parigi), Biblioteca Boris Eltsin (Mosca), Biblioteca del Congresso Americano, Biblioteca Nazionale del Belgio, Biblioteca nazionale del Lussemburgo; Biblioteca Nazionale d’Italia, Accademia Tedesca.

Numerosi i premi ricevuti: a Bruxelles il Premio internazionale dalla Fondazione Maurice Carême, a Como il Premio internazionale di poesia e narrativa Europa in versi, il Premio Dante Alighieri, il Premio da International Writers Association Pjëter Bogdani Award, Bruxelles, Prishtina e il Premio di poesia di Académie Européenne Des Sciences, Des Arts Et Let-tres, Parigi.

Nel 2022 riceve la Medaglia del Centro dei buddisti mongoli presentata proprio dal capo del Centro dei buddisti mongoli e abate del monastero di Gandantegchenling, Gabji Demberel Choijamts. A Salamina, Grecia, la Medaglia d’oro di Alessandro Magno.

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